lunedì 23 luglio 2012

Spending Review, i tagli del Governo sulle province: 64 saranno eliminate e accorpate con altre. Ecco l'elenco e i dettagli

Il riordino delle Province stabilito dal Consiglio dei ministri "porterà a un numero, con qualche unità di approsimazione, intorno alle 40 Province e alle 10 città metropolitane". Lo ha spiegato il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. I requisiti sulla base dei quali avverrà il riordino, ha spiegato il titolare di palazzo Vidoni, "sono stati individuati in almeno 350mila abitanti e almeno 2.500 km quadrati: nuove aggregazioni che sorgeranno non potranno andare al di sotto di questi requisiti" e questo "costituisce il secondo passaggio del percorso già delineato nel decreto spending review: si tratta dell'individuazione dei criteri dimensionali minimi sulla base dei quali tutte le province dovranno essere riordinate". 
"Ora - ha aggiunto - si apre il confronto con i consigli delle autonomie locali e delle regioni e il passaggio finale di questo percorso in un nuovo atto legislativo che metterà a regime il complesso riordino del sistema di governo sul territorio".
Province, quali saranno soppresse. Saranno salve le province degli attuali capoluogo e entro il primo gennaio saranno istituite 10 città metropolitane: RomaTorinoMilanoVenezia,GenovaBolognaFirenzeBariNapoliReggio Calabria. In questi casi saranno soppresse le province.  Sono 64 su 107 le Province da accorpare, di cui 50 in regioni a statuto ordinario e 14 a statuto speciale. Del totale se ne salvano 43 di cui oltre a quelle metropolitane, 26 in regioni a statuto ordinario e 7 a statuto speciale Le nuove Province - che si occuperanno solo di ambiente, trasporto e viabilità - dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Chi non riuscirà a raggiungere questa soglia potrà fare una sorta di 'campagna aquisti' cambiando radicalmente la cartina geografica italiana, con accorpamenti che potranno dare vita a nuovi enti territoriali o ricalcare antiche conformazioni dello stato preunitario. Gli accorpamenti, elaborati dai Consigli delle autonomie locali, dovranno essere approvati dalle Regioni entro il primo gennaio 2014. Parma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia, per esempio, potrebbero far parte di una sorta di Provincia del buon gusto, capace di riunire tutte le migliori Indicazioni geografiche protette (Igp) del Paese, dal parmigiano al prosciutto, all'aceto. Mentre in Toscana potremmo avere una Provincia dei Gran vini con Siena, Arezzo e Grosseto, accanto a quella Marinara di Massa, Lucca, Livorno e Pisa, cercando però di far assopire i tradizionali rancori stracittadini. Più facile sarà riunire Viterbo e Rieti in una Provincia della Tuscia Sabina e Latina insieme a Frosinone in quella ciociara. Teramo, Pescara e Chieti potrebbero rientrare nella 'Provincia Adriatica', escludendo L'Aquila, mentre Savona e Imperia si potrebbero costituire in Provincia di Ponente.

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