martedì 22 luglio 2014

Nuova sigaretta elettronica come "prodotto da inalazione e non da fumo": cadono i divieti?

Nei mesi scorsi è stata al centro di una vera e propria battaglia, sia dal punto di vista normativo che fiscale. La sigaretta elettronica: grande conquista oppure un bluff? Le posizioni continuano a dividersi, e, intanto, lo Stato non ha perso la speranza di aumentare gli introiti grazie al successo degli svapatori, in realtà mitigato dai macigni fiscali scagliati nei tempi recenti. Ora, però, tra operatori dei tabacchi 2.0 e governo italiano, sembra tornato il sereno. Nel prossimo Consiglio dei ministri, infatti, dovrebbe arrivare un decreto legislativo che potrebbe riportare in auge le e-cig, grazie all’introduzione dei nuovi modelli ancora ignoti sul mercato italiano. Il provvedimento in preparazione, infatti, consentirà il consumo delle sigarette elettroniche di ultima generazione anche all’interno dei luoghi pubblici, proprio una di quelle norme che, nei mesi alle spalle, avevano contrassegnato il braccio di ferro tra rappresentanti del settore ed esecutivo.
Ma come sarà la nuova sigaretta elettronica?
La conformazione resterà quella classica, che ha garantito la diffusione delle e-cig nei mercati di tutto il mondo. All’interno, si troveranno due sezioni: il dispositivo caricabatterie Usb, con uno stick al cui interno verrà posizionata la sigaretta; la sigaretta vera e propria, con filtro e tabacco, che dovrebbe evitare la combustione e dunque risultare innocua per chi la consumerà; tra la batteria e la sigaretta si troverà una fonte di calore in grado di attirare il sapore del tabacco all’inspirazione.
Insomma, la vera novità sarà che la sigaretta elettronica non sarà il gingillo digitale, con la lucina che si accende al momento del “tiro”, ma conterrà al proprio interno una vera “bionda”, che però non brucerà, ed eviterà danni sia ai consumatori attivi che a quelli passivi.
Nonostante questa conformazione, il decreto in arrivo dovrebbe considerare la nuova sigaretta elettronica come un prodotto da inalazione e non da fumo, come gli articoli precedentemente finiti sul mercato.
I divieti attualmente in vigore sia per le bionde classiche da pacchetto, che per le e-cig in vendita un po’ ovunque, ossia il bando da locali pubblici e da inserzioni pubblicitarie, dovrebbero cadere in ragione della comprovata assenza di nocività. Ma sulle reali conseguenze che questo prodotto potrà avere per i fumatori, emergono già le prime divisioni, con i medici che si affrettano a ricordare come i fumi si libereranno ugualmente dall’utilizzo. Sul reale impatto nel mercato delle nuove sigarette elettroniche, comunque, il responso arriverà entro breve: la messa in vendita è in programma per i primi mesi del 2015.

Lecito sedersi sulla battigia per prendere il sole? La normativa in materia

Se ha destato scalpore la notizia di qualche tempo fa della donna in avanzato stato di gravidanza "cacciata" da un lido privato ligure poiché d'intralcio alla battigia, ogni anno con l'arrivo dell'estate e l'invasione delle spiagge da parte di migliaia di turisti, il problema dell'utilizzo dei famigerati "cinque metri" si ripropone.
Complice la concessione di sempre maggiori tratti delle spiagge italiane a stabilimenti balneari privati, a discapito di quelli liberi, si moltiplicano infatti i cartelli di divieto, i casi di segnalazione e i malumori dei bagnanti.È necessario, quindi fare un po' di chiarezza. Sia i lidi che le spiagge per l'art. 28 del Codice della Navigazione fanno parte del demanio marittimo e possono essere oggetto di concessione ai privati, fermo restando, in assoluto "l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione" (art. 1, comma 251, lett. e), l. n. 296/2006 e s.m.i.).Pertanto, qualsiasi impedimento o la richiesta di un costo per il raggiungimento della zona battigia, ossia la striscia di terreno a contatto con il mare, rappresenta una violazione di legge e come tale può essere denunciata alle autorità.Tuttavia, è compito delle varie capitanerie di porto (regioni e comuni) stabilire di volta in volta, attraverso specifiche ordinanze, i metri demaniali che, non sempre corrispondono ai famosi cinque metri, poiché ciò dipende dalla grandezza della spiaggia.In ogni caso, occorre tenere presente che l'incriminato tratto di battigia sugli arenili è concesso per il libero transito e la sosta temporanea, non certo per "installarsi" con ombrelloni, tende, sdraio o finanche piscine per bambini, poiché si tratta, appunto, di un'area che deve essere libera al fine di agevolare il passaggio di persone e mezzi di servizio per i soccorsi in mare.Ovviamente, il divieto di qualsiasi attività, o comportamento, che costituisca ostacolo al transito delle persone e dei mezzi di soccorso, è esteso a tutti, anche ai clienti degli stabilimenti balneari privati.
Pertanto, se di regola, il semplice sedersi o la stesura di un telo per prendere il sole in zona battigia è da ritenersi generalmente tollerata, non lo è sicuramente un'invasione di "attrezzature" per rendere più comoda la sosta. In queste ipotesi, si rischia infatti di essere multati per occupazione di suolo pubblico.